martedì 30 agosto 2011

VECCHIAIA ED EMOZIONI.

E' ormai piu' di un anno che collaboro con la casa di riposo di Chiusi che e' anche sede della Misericordia. Ne ho viste di cose, toccanti e comiche, capricci come fossero dei bambini e ricordi di vita andata. La volonta' di ciascuno di andare avanti fino al giorno successivo a volte manca, e allora bisogna cercare di fare coraggio dando il conforto che serve loro.
Ne ho scritto molto di loro, della mitica Angiolina, mia conquista personale, che non voleva si avvicinassero a lei uomini. Io sono riuscito a farmela amica. Il vecchio Nazzareno, ormai non piu', morto a 100 anni e 4 mesi con una mente lucidissima.
Ma quello che mi ha fatto una particolare tenerezza e' avvenuto ieri. Prima, una vecchina che vede arrivare quotidianamente la figlia che le fa compagnia per un paio d'ore al giorno, quindi privilegiata rispetto agli altri, ultimamente non c'e' moltissimo con la testa. Ha alternanze di lucidita' con momenti di smarrimento assoluto.
In un momento lucido ieri a tavola ha allungato la mano verso di me che le sorridevo, l'ha presa e se l'e' avvicinata al viso reclinando la testa sul dorso di essa, come per scaldarsi del mio calore. Mi guarda negli occhi e pronuncia una parola soltanto: "Grazie!". Le ho risposto: "Di cosa? Sono qui per questo, sono io che devo ringraziare voi per cio' che mi insegnate tutti i giorni!" e mi sono congedato con una carezza sul suo viso.
Mi sono allontanato, in verita', altrimenti mi sarei messo a piangere. Quel grazie e' stato come un'iniezione di vitamine e mi ha fatto riflettere su come, una volta che si arriva ad una certa eta', nei momenti di lucidita' ci si renda conto che non tutti i momenti si e' cosi' presenti, che la vita sta spegnendosi pian piano e si e' consapevoli.
Quel "Grazie" l'ho interpretato come fosse un "grazie di tutto, finche' sono in tempo a dirtelo", e cio' mi ha commosso. Forse ho fatto una interpretazione tutta mia, ma ho riscontrato anche con Anna di un altro mio post della consapevolezza della propria fine.
Un insegnamento grandissimo per me, questo anno, e spero che continui per anni a venire. Adoro i miei vecchietti, uno a uno, con i loro difetti e le loro manie, con i loro capricci e le loro domande. Spero di terminare i miei giorni serenamente, cosi' come cerco di donare serenita' a loro.
Lo consiglio a tutte quelle persone che passano il tempo denigrando altri, facendo e dicendo cose che prima o poi ritornano a loro. Imparerebbero molto, e si renderebbero conto che prima o poi tutti dobbiamo passare quella porta, l'ultima.
Scusate la vena polemica, ma quando ce vo', ce vo'.
 

4 commenti:

  1. Per anni ho prestato volontariato presso un centro di anziani......i sopravissuti, mi ricordano ancora e quelli andati mi hanno lasciato il dono più bello! Il loro ricordo. Abbracci888888

    RispondiElimina
  2. E' vero, lasciano qualcosa di speciale, un ricordo diverso di come sarebbe coi propri nonni. Ciao, baci!

    RispondiElimina
  3. Non sono manus..e non sò nemmeno come sia potuto succedere ma sono ASSUNTA51..Abbracci88888

    RispondiElimina