giovedì 14 novembre 2019

TEO

Ciao Teo! Chissa' quanto hai vissuto, dopo la chiusura del circo e l'affido allo zoo parco di Don Ciotti, ad Amelia... Sei stato il primo ligre di famiglia, assieme a tua sorella Mara. Mara e Teo, visto che siete nati a Maratea. Lei purtroppo non sopravvisse che qualche giorno a causa della mancanza di colostro materno. Tu, circa un mese dopo, avesti una infiammazione a un orecchio a causa di un filo d'erba gatta che si e' insinuata, causandoti lo strabismo che ti contraddistingueva. Dopo di voi di sono state altre cucciolate, 9 per la precisione, tutte gemellari. ma tu sei rimesto nei nostri ricordi piu' a lungo, per la tua giocosita' e il tuo modo di piegare la testa per metterci a fuoco. Quando ti lasciammo piangemmo tutti, in famiglia. Eri maestoso, un garrese che arrivava a oltre un metro e venti. La zampe di Caesar, tuo padre, immense e gentili, le strisce inconfondibili tra mille, esattamente come tua madre, Soraya. Chissa' se sei stato trattato come noi ti trattavamo, se hanno avuto il nostro affetto nei tuoi riguardi.
Chissa'.
Ciao TEO!



sabato 9 novembre 2019

Questo amore

Non importa che il tempo passi,
non importa che il nostro aspetto cambi,
guarda dentro di te,
guarda intorno a te.
Il mondo cambia con me e te
e l'amore che senti e' piu' maturo e sensuale,
un amore che l'esperienza ha plasmato su di te,
una consapevolezza come mai l'hai avuta,
una voglia di viverlo,
questo amore,
come e piu' di un adolescente.
E alla fine amerai con tutto te stesso,
come se fosse l'ultima volta.
❤️

giovedì 7 novembre 2019

Gli scarponi.

Gli scarponi sono il simbolo del clown, assieme al naso rosso. Li ho sempre desiderati, sin dalla prima volta che in pista mi sono esibito. Non ho potuto mai permettermeli, in quanto troppo dispendiosi per le mie possibilita'. Poi, anni dopo che ero rientrato in casa, mi e' stata fatta una proposta, saldare una gradinata su rimorchio in cambio di un paio di scarponi seminuovi che mio padre mesi prima aveva comprato da un artista portoghese per duecento mila lire. Mi misi d'impegno, e in una settimana ho fatto il lavoro per quattro pur di averli. Contento per i miei scarponi un poco stretti (una mezza misura in meno internamente), ma rimediabile scalpellando un po' il legno di balsa che picchiava sull'alluce. Poi decido di cambiare mestiere, fare l'informatico e dire basta con l'amato-odiato lavoro itinerante. Mio padre mi chiese in prestito gli scarponi, e li cedetti a malincuore. Tempo dopo, andando a trovare la famiglia, mi accorsi che gli scarponi non li portava piu'. Al che glieli chiesi, e mi rispose che ne fece un regalo ad un amico comune. Piansi, a 36 anni piansi come se mi avesse dato una coltellata e mi bruciasse come il fuoco. Mio padre non era nuovo a queste uscite, era capace a regalare cose non sue, come quella volta che mi prese una roulotte nuovissima, e dopo un mese me la tolse da sotto il sedere perche venduta. Ancora adesso, 89enne, e' cosi'. Ma e' mio padre.