venerdì 8 aprile 2022

Ricordi: La prima diagnosi.







Avendo da anni molti disturbi di allergie, ho sempre avuto a che fare con dottori.
1996, un weekend di quando ero impiegato in IBM a Potenza, partii per attraversare la Puglia in pieno giugno attraversando terreni in cui stavano trebbiando, con un vento soffocante. Finestrini aperti e canottiera. Arrivato dai miei, mamma di chiese cosa avessi fatto, notando dei puntini rossi per tutto il mio busto. Spiegai il fatto e lei mi misuro' la temperatura. 39,5° e un senso di nausea mi fecero crollare al punto che chiamarono un dottore. Dopo alcune punture tornai a Potenza e mi ricoverai un mese in reparto infettivi. Indagini e consulti hanno fatto decidere i due dottori gemelli dell'ospedale di suggerire un approfondimento a Bari, perche' se i loro sospetti erano fondati avrei avuto bisogno di molto aiuto... Allarmato anche dal fatto che avevo sangue anche nello sperma, andai a Bari, dove in 20 giorni mi hanno rivoltato come un calzino. Ho fatto almeno due esami diversi ogni giorno, e dove ero ricoverato io, nel padiglione di reumatologia, il reparto era di camere di uomini e di donne alternate nel corridoio. Sapendo che affrontavo ogni esame possibile e che dopo sarebbe toccato ad altri, gli stessi venivano vicino per chiedere se facesse male o se fosse lungo. Un giorno feci una biopsia renale e come di consueto chiesi come si svolgesse. Per superare il timore di un brutto male, prendevo le cose sdrammatizzando e quindi posso dire che mi sono divertito, e spiego perche'. Al momento della biopsia, in preparazione, chiesi incuriosito cosa fosse lo strumento che somigliava ad una pistola molto sottile. Rispose il chirurgo che in effetti era soprannominata "colt", ed era lo strumento per la biopsia. Fatta (sono stato uno dei primi nel mio reparto, 24 ore immobile a letto e poi in corridoio a parlare con altri. Ogni volta che facevo un esame poco conosciuto ad altri venivano vicino per sapere come fosse stato. Spiego la preparazione e vedo che con apprensione si allungano per ascoltare i fatti. Allora incalzo: "Ti preparano, anestesia locale, poi senti arrivare il chirurgo. Lo senti dagli speroni e vedi l'ombra del cappello da cowboy, prende la colt e ZAC! Fatto!" Meta' degli astanti si mise a ridere, altri mi mandarono a quel paese. Successe anche un altro episodio, proprio nella mia stanza. Il mio vicino di branda, che aveva una milza piu' che doppia e stava per scoppiare (doveva essere operato), una mattina, mentre facevamo colazione all'arrivo del dottore chiese cosa ci fosse da fare quel giorno. Il dottore rispose: "Oggi facciamo un bel test di Romberg (per l'atassia)". Lui, che era seduto a fianco a me che ero di spalle al dottore, con gli occhi subito mi fece una sguardo interrogativo per capire se fosse doloroso. Presi la palla al balzo e parte la bastardata... Mi metto una mano in faccia e abbasso la testa, per poi rialzarla e vedere il pallore cadaverico dell'amico. Il dottore che vide la scena scoppio' in una risata e poi: "PERELLI!" e ridendo con le lacrime agli occhi "non si preoccupi e non dia retta a Perelli, e' un semplice esame medico indolore!" Ogni giorno di quei venti trascorsi li' dentro e' passato cercando di ridere, sdrammatizzare per non pensare al peggio. Verso la fine di quel periodo il dottor Carucci (Allievo del prof. Pipitone, luminare di reumatologia e tra i pochi al mondo allora a studiare il lupus) mi prese in un angolo del corridoio e mi disse: "Perelli, hai avuto un culo cosi'! Tempo qualche giorno e avresti perso i reni." E fu cosi' che inizio' il mio iter sanitario. Circa 4 anni dopo la ricaduta, ma di quella ne ho gia' parlato a lungo, con i suoi 5 mesi di ricovero. Un consiglio per chi si trovasse in situazioni del genere e' quello di non arrendersi, di reagire e lasciare che i fatti si svolgano passo passo. Solo cosi' sono riuscito (anche con un sorriso), a tirare la carretta finora. E non intendo fermarmi!