sabato 31 ottobre 2020

I miei piu' lunghi viaggi.



Due meravigliose esperienze che mai dimentichero': i viaggi in nave da e per l'Australia.
Correva il 1969, e mio padre era gia' partito in aereo per preparare casa e lavoro a Sydney. Una novita' per tutti in famiglia, una terra lontana con diverso linguaggio, con diverse usanze... ed arrivo' il momento di partire e raggiungere papa' non in aereo, ma in nave. Eravamo 5, io, mamma e i miei tre fratelli piu' piccoli. A 9 anni tutto e' bellissimo, la voglia di nuovo stimolava i miei senso giorno per giorno. Imbarcati, mamma lasciava che girassi la nave in lungo e in largo dopo essersi accertata che non ci fossero pericolo in quanto il personale era sempre presente in ogni angolo. La Guglielmo Marconi era immensa, benche' potessi accedere solo ai limiti della classe turistica. Aveva un cinema, una sala delle feste, due sale da pranzo, due bar e tre piscine. Amavo appoggiarmi sul fianco della nave e respirare l'aria spruzzata di salsedine! Al contrario di tutti i miei non ho sofferto il mal di mare anche grazie ad uno stratagemma insegnatomi dai camerieri del bar che mi permettevano di raccogliere bicchieri e piattini dai tavoli. Io raccoglievo, e loro in cambio mi davano panini con prosciutto cotto. Mi dissero che per combattere il mal di mare bisognava mangiare asciutto e bere poco per i primi tempi, ed ha funzionato! A bordo c'era anche una mini scuola con una insegnante di lingua inglese che introduceva i ragazzi ai primi passi del nuovo idioma. Una bella avventura, tappe lunghe a causa della chiusura del canale di Suez (allora stava per essere bonificato dalle mine della guerra). Partiti da Genova siamo arrivati a Napoli, poi Messina e quindi il Pireo. Successivamente Malaga, Santa Cruz di Tenerife, Durban, e poi la traversata fino a Fremantle (scalo di Perth), Melbourne e quindi Sydney. E' stato un viaggio di 30 giorni che avrei voluto non finisse mai, una vera crociera, nonostante in classe turistica, ristorati, trattati come in prima classe da ogni singolo elemento del personale. Durante la traversata tra i due oceani ogni natante fa la festa di Nettuno, e chi traversa per la prima volta viene buttato in acqua (in piscina), come fosse vittima di pirati. Un festa di folklore nautico molto avvincente e divertente, ma che abbiamo visto solo da lontano, vuoi per la folla che c'era, vuoi perche' nessuno di noi nuota, e poi eravamo troppo piccoli. In questi 30 giorni ho recitato in una pantomima nel cinema teatro, ho imparato i rudimenti di inglese, e il mare mi ha rapito. Altra storia e' stato il ritorno. L'andata, assistiti dal governo e' stata dovuta dal fatto che cercavano personale italiano la', e qui, in piena crisi e con famiglia numerosa, mio padre faticava a trovare lavoro. Ad un certo punto e' arrivata la nostalgia, la nonna che diceva che nonno stava per morire e gli ha convinti a ritornare, ancora assistiti dal governo. Una vera avventura il ritorno, sempre con la stessa nave, 4 giorni in piu' di viaggio, molti imprevisti... Tappe: Sydney, Melbourne, Adelaide, Fremantle, Capetown (Citta' del Capo), Tenerife, Malaga, Pireo, Messina , Napoli, Genova. Finche' eravamo in acque Australiane tutto ok, poi, durante la traversata degli oceani, un ciclone di grandi dimensioni, tanto che abbiamo dovuto circumnavigarlo per 100 chilometri, affrontando marosi anche di 20 metri di altezza. Tutti in coperta, perfino il personale soffriva il mal di mare. Io ero uno dei pochi in grado di andare in cabina per prendere il cambio per le mie sorelle di soli 2 anni. Ricordo che nel mio tragitto per la cabina mi reggevo sui passamano e prendevo la rincorsa quando la prua scendeva, ma quando risaliva mi alzava i piedi da terra. Si temeva il peggio, i passeggeri erano in coperta anche per diminuire la sensazione di rollio, ma principalmente per motivi di sicurezza, la prontezza per una eventuale evacuazione era importante. Ogni settimana c'era una simulazione a proposito, ci facevano indossare il salvagente e ci allineavano davanti alla nostra scialuppa di salvataggio. Arrivati a Citta' del Capo, dopo lo scalo di mezza giornata, stavamo uscendo dalle sue acque quando e' suonata la sirena di bordo. Ci affacciamo e nel buio assoluto e nella nebbia si sente un forte rumore di travi metalliche che stridevano. Con i fari di bordo puntati verso i rumori ci accorgiamo che c'e' gente in acqua. Siamo venuti a sapere che una petroliera africana e' stata speronata da una nave passeggeri italiana a causa dell'errore della petroliera, la quale non aveva ne' radio ne segnali luminosi accesi. Abbiamo soccorso l'equipaggio di questa petroliera, e nel frattempo la nave passeggeri e' tornata in porto. Morirono il cuoco e due mozzi. Abbiamo atteso la lancia dal porto per prelevare i superstiti e fare i verbali del caso. Ripartiti, eravamo quasi arrivati a Tenerife che la nave si e' dovuta fermare. Non e' raro vedere delfini, orche, balene nuotare a fianco delle navi, anche perche' trovano spesso viveri di scarto che vengono buttati dalle cucine e se ne cibano. Ebbene, una balena si e' immersa sotto la chiglia ed e' stata dilaniata dalle eliche. I tecnici di bordo si sono immersi per verificare che non avesse fatto danni, quindi proseguimmo. Una vera avventura. Una cosa che mai ripetero', ma mai scordero'.