venerdì 31 maggio 2019

Il mio rapporto con la scuola e il bullismo.

Il mio rapporto con la scuola e il bullismo.
Inizialmente non e' stato un gran che, ho fatto la primina perche' a 5 anni scrivevo e leggevo. Le insegnanti mi coccolavano, e visto che arrivavo sempre primo a scuola, una di queste (mi ha seguito in prima e seconda), mi faceva fare colazione con lei. Dalla terza alla quinta i problemi erano incentrati su matematica e italiano. Fare un tema con piu' di 4-5 righe era un miracolo... e comunque ero sempre promosso. Poi sono sbarcato in Australia, gente, lingua e posti sconosciuti, che hanno segnato per sempre la mia vita. Gia' sulla nave, durante i 30 giorni di viaggio, ho fatto una full immersion di inglese per gettare le basi linguistiche con una madrelingua. Mi sono inserito abbastanza bene in poco tempo, 3-4 mesi, e l'inglese e' diventata la mia seconda lingua. L'Australia di quei tempi era molto razzista nei confronti degli europei, di cui il governo faceva richiesta per manovalanza, visto l'enorme sviluppo e l'espansione che avveniva in quel momento. E anche a scuola vi era un'atmosfera pesante, ogni passo era da fare con i piedi di piombo per non intralciare le teste calde. Ci riunivamo tra noi stranieri, cosi' eravamo sicuri in qualche modo di non essere toccati. Avevamo una squadra di softball, di cui io ero capitano, composta da due norvegesi, in inglese, due spagnoli, un greco, due aborigeni e due italiani. Ci confrontavamo contro altre scuole, ed eravamo molto bravi.
Devo dire che la lingua mi ha aperto un mondo, ero un fiume di parole nei temi e mi sbizzarrivo nel giocare con i termini, con conseguenza di voti alti ed elogi in classe. Il malumore di alcuni elementi cresceva, gli stavo sulle palle. Avevo una docente di inglese, una certa Miss Mc Bride, scozzese, signorina di eta' molto avanzata, che viaggiava con la sua XJ 4.2 d'epoca targata inglese, e a lei piaceva la mia dizione esatta, e curava i miei errori in modo particolare. Poi c'era l'insegnante di altre materie, non ricordo il suo nome, ma so che era figlia di un operatore delle missioni Apollo, americana.
Lei una o due volte alla settimana ci leggeva capitoli di un tomo intitolato "Willie Wonka e la fabbrica di cioccolato". Mi affascinava il personaggio, mi piaceva al punto di memorizzare ogni singolo passaggio del libro. Quando ci e' stato chiesto di fare una sintesi del racconto, buttai giu' 34 pagine di materiale. Le pagine, consegnate, sparirono per giorni. Poi arrivo' il giorno che mi scortarono dal preside, non sapendo perche'. Mi chiesero di portare i miei genitori l'indomani, che dovevano parlare con loro. Quando lo dissi a casa mio padre chiese cosa avessi fatto, e risposi nulla. Era un tipo molto autoritario, e io ne avevo paura delle conseguenze. Andammo a scuola il giorno dopo, e mio padre non parlava un gran che di inglese, quindi una segretaria gli spiego' in stentato italiano che non avevo fatto nulla, anzi. Ero li' perche' la commissione ha letto il mio riassunto su Willie Wonka, e si e' espressa favorevolmente per un "School premium", una borsa di studio per finire le scuole medie a spese del governo. Il manoscritto pero' era partito per la direzione generale del N.S.W (nuovo Galles del sud), per candidarmi ad una borsa di studio per l'universita'. Quando lo seppero le teste calde della classe la mia convivenza non fu cosi' sicura. Il venerdi, durante le sessioni atletico-sportive, ero vessato a uno in particolare, accompagnato da 2-3 altri ragazzi. Non sono mai stato uno che sa difendersi, non amo la violenza, e ogni volta per me era un handicap grave, fino all'ultimo giorno di scuola. Dopo le lezioni, all'uscita, credevo di fare bene a salutare i compagni come stavano facendo tra loro, e tutto ad un tratto mi presero in due e mi immobilizzarono, mentre gli altri mi riempivano di cazzotti e schiaffi fino a farmi svenire. Mi vennero a prendere i miei genitori, mi portarono in pronto soccorso e mi diagnosticarono la rottura di due costole e l'incrinatura di una terza. Mio padre prese una decisione, l'anno dopo dovevo andare a scuola con la mazza da baseball, e se qualcuno si avvicinava dovevo usarla. Venne il giorno che la usai, per fortuna di striscio, proprio contro quell'individuo che aveva organizzato il mio linciaggio. Dal preside, che era venuto a conoscenza dei fatti dell'anno scolastico precedente, non ebbi punizione, ma incarico' l'insegnante di ginnastica di comprare dei guantoni di pugilato. Qualora ci fossero stati dei problemi tra studenti, sarebbe stato lui a presidiarli mentre se le sarebbero date di santa ragione. Da allora non ebbi piu' guai fino al mio rimpatrio. Il giorno prima dell'imbarco e' arrivata la raccomandata che mi convocava a Sydney per ricevere lo School preminum ulteriore, che mi permetteva quindi di studiare fino alla laurea a carico del governo. Rammarico e rabbia ogni volta che ci penso. Arrivato in Italia, ho iniziato da subito a lavorare e ho ricominciato dalla prima media, come non fossero contati gli anni a Sydney. Studiavo da privatista, frequentando un giorno qui e due la' le lezioni in varie scuole d'italia, facendo poi l'esame di idoneita' alla classe successiva. Ho finito le medie inferiori con distinto, ma mi era impossibile continuare gli studi per via del mio lavoro. Chi studia oggi e' privilegiato, ha tutti gli strumenti e le condizioni per fare bene. Eppure...
Ho buttato giu' di getto questo pezzo senza correggerlo e senza controllarlo, perche' rileggerlo riapre una piaga che ancora brucia nel mio cuore.