martedì 30 aprile 2013

POLITICA.


Sono sicuro che almeno un'altra persona la pensa come me, in quest'Italia maltrattata, massacrata da debiti e tasse, presa in giro e umiliata. Non e' mio costume parlare di una cosa che non conosco e cioe' la politica, ma come tanti ho una mia idea.
Avevo voglia di rinnovamento venti anni fa, l'ho avuto anche alle ultime votazioni, ma sono deluso dell'evolversi delle cose. Possibile che politica sia diventato sinonimo di imbroglio, truffa, peculato, mignottismo, ladrocinio e chi piu' ne ha, piu' ne metta?
Insomma, qualunque sia il colore non esiste piu' un credo, una parola data. E' l'Italia d'oggi? E allora mi vergogno di esserlo, italiano. Un'Italia che se ne frega se uno ruba centinaia di milioni di denaro pubblico, ma che perseguita pignorando case quasi finite da pagare dopo decenni di rate per poche centinaia di euro di debito.
Siamo in una Italia che permette l'estero di invaderci senza regolamentarlo ma anzi, sovvenzionando con bonus, case popolari e posti di lavoro, per non parlare di contributi comunali e regionali (ovviamente tutto esentasse), mentre chi, italiano, aspetta da anni un misero buco perche' campa di sola pensione (400, 600 euro  al mese), e non ce la fa a pagare l'affitto e le utenze. Siamo in un paese in cui ci vogliono far credere che e' un bene stare in Europa, mentre ci siamo piegati a 90° di fronte ai tedeschi e alla loro banca, scambiando la nostra cara e vecchia, amata lira per un misero rapporto 2:1 con l'euro.
E intanto la gente ha fame, muore suicida e trasloca sotto i ponti. Chiudono aziende, negozi appena aperti che con tutta la buona volonta' hanno pensato di un momento passeggero di una crisi che vedo molto lunga ancora, la gente e' sempre meno occupata e sempre piu' disperata. Che fare? In Italia non c'e' una singola speranza per cambiare le cose. Le ideologie di partito non ci sono piu', la politica e' fatta da faccendieri gia' ricchi di per loro, che si affannano per tenere la poltrona sotto il loro grasso culo il piu' possibile, per poi avere buone uscite a 5, 6 zeri e un vitalizio che sfamerebbe una famiglia per un anno, per ogni mese percepito.
Mi vergongo profondamente di essere italiano, di essere tornato in Italia quarant'anni fa, abbandonando possibilita' che potevano aprire ad un futuro diverso in Australia. Chiudo pensando a quanto di sbagliato c'e' stato nella guerra scorsa, ma di quanto di giusto fatto da pochi in molte parti d'Italia per fare ripartire il Paese. Ecco, solo dove c'e' disastro e distruzione siamo compatti, un Popolo unito e coeso a risollevarsi. Dovremmo tornare a tempi piu' umili, dove non esisteva l'usa e getta e le cose avevano valore anche dopo anni, dove la gente si salutava e sorrideva e tutto profumava di vita. Adesso solo olezzi e miasmi.
Mah, vi saluto. Renato.

Nessun commento:

Posta un commento