venerdì 7 giugno 2013

RICORDI: LA NONNA (E IL NONNO).






Avevo poco piu' di due anni, ricordo come un flash il trasloco con la corriera della nonna, quella che fungeva da cassa e da carico per gli spostamenti, il trasloco dicevo tra Marseglia e Calvari, due localita' dell'alto genovese. Mi avevano seduto sul cofano-motore, aggrappato ai maniglioni applicati sul medesimo. le curve ripide e strette, il carico dei pochi ma voluminosi mobili che ingombravano fino alla cabina il mezzo, e mio padre che guidava... A quei tempi mio padre si era distaccato dall'ambiente circense, aveva preso casa a Genova, dove faceva l'autista di linea da e per l'interno genovese fino a Parma e La Spezia. Andavamo periodicamente a trovare i noni, la nonna in particolare, un donnone della provincia di Padova con un carattere di ferro e un cuore di zucchero. era una festa per me, reincontrare i miei cugini, (mio cugino e' mio coetaneo per pochi mesi), e con lui ci rifugiavamo nella stessa corriera che un paio d'anni prima aveva trasportato la nostra roba da un paese all'altro. Li' dentro c'erano i mitici distributori di gomme da masticare, come li chiamava lui "i cicless", quelle strisce di gomma da masticare alla menta che scendevano coi 10 lire che trovava dentro i distributori stessi, sapendo dove prendere la chiave. Un giorno, giocando nell'erba presso un piccolo fosso di acqua corrente limpidissima, non so per quale motivo mi spinse, forse per gioco nell'acqua. Io annaspavo, quando sentii una mano prendermi e tirarmi fuori. Era il cugino di mio padre che passando di li' aveva visto la scena. Ebbene, mia nonna mi denudo', mi asciugo' e riempi' di borotalco perfino le orecchie e il naso, farfugliando cose che non ricordo. La vergogna che provavo nell'essere nudo di fronte a tutti i e' rimasto impresso. La nonna era una fibra di quelle indistruttibili, fece quattro figli e otto aborti. Uno dei quali lo fece andando in bicicletta da un paese a un altro per circa dieci chilometri e ritorno tutto in una mattinata! Non solo, poi si mise a cucinare e lavoro' in pista, come se nulla fosse. Mio nonno invece, era in preda all'alcool gia' all'eta' di trent'anni. Negli anni settanta gli diagnosticarono morte clinica tre volte, ma sopravvisse, due dei tre medici che fecero la diagnosi morirono nel frattempo. Anche lui era una fibra forte. Un paio d'anni prima di morire (a causa di una cancrena dovuta ad un'unghia incarnita), si fece ben quattro vasche della piscina di mio zio nuotando come sempre aveva fatto. Poi ando' a fondo perche' si bagnarono gli occhiali, e gia' che vedeva poco e da un occhio solo, perse l'orientamento e lo ripescarono prontamente. Ho un ricordo davvero bello dei nonni paterni, mentre i materni non li ho conosciuti come avrei voluto. Ai nonni ho dedicato questo brano, che qui replico:



QUELL'ODORE SPECIALE DI NONNI.



Ero li ieri sera, al tavolo di un bar con 2 amici davanti ad una birra, e si discorreva del piu' e del meno e ad un certo punto, arrivati al discorso di persone ultra ottantenni, di fibre forti mi e' venuto in mente un ricordo, tanto intenso che..... Vi e' mai capitato di avere un ricordo tanto intenso da sentirne l'odore, il sapore, il tocco? Ecco, a me e' successo esattamente questo, come fossi rimandato indietro nel tempo!



Ho vissuto poco i miei nonni materni, ma quelli paterni sono vivi nel ricordo di quando ero bambino. Tutti e due i nonni maschi hanno avuto un tragico destino, per cancrena hanno subito l'amputazione degli arti inferiori, quello materno per la calce che ha corroso la carne (faceva il muratore), l'altro per via di un'unghia incarnita.... Ma torniamo a noi, da piccolo andavamo a trovare spesso i nonni al circo, (i miei in quel periodo si erano distaccati dal mestiere e stavamo a Genova) e quando arrivavamo la' mia nonna ci accoglieva a braccia aperte e ci stringeva forte al petto, quell'"odore di nonna", di pelle raggrinzita e saggiamente invecchiata, il petto con al centro quel medaglione aprendo il quale c'era la foto loro, del nonno e di lei, quell'atmosfera speciale, il sapore e l'aroma dei suoi caffellatte al mattino, il suo parlare veneto e dare ordini li ricordo come fossero adesso....



Il nonno, alcolizzato dall'eta' di 30 anni con davanti un bicchiere quasi vuoto di vino e il suo bastone da passeggio, aspettava che gli arrivavi a tiro per chiederti: "Lo conoscevi Titta?" e aspettava la risposta "chi era?" per risponderti: "quello che si faceva le seghe con la man dritta!", e facevi finta di ridere, perche' la faceva sempre questa battuta, sempre la stessa. Ricordo che circa sei mesi prima di andarsene, si calo' nella piscina di mio zio e pian piano, nonostante fosse mezzo cieco e non stesse in piedi, si fece 4 vasche!



Delle fibre incredibili, le persone di allora! I miei nonni, dovunque essi siano, quel poco che gli ho conosciuti, mi mancano, con quel loro "odore speciale di nonni".....


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