Ero in sicilia, 3 giorni dopo nasceva mio figlio. A Sant'angelo dei Lombardi i miei avevano installato il tendone, e faceva freddissimo. Il debutto sarebbe stato l'indomani, per cui si sono decisi di andare in pizzeria. Un lungo corridoio sotto un palazzo di diversi piani e un tavolo libero vicino al forno. Nulla di meglio, visto che il locale era discretamente affollato. Poi i primi tremori e subito si sono fiondati tutti e tre all'esterno, mentre dietro loro cadeva completamente il paese. Il piano terra che ospitava la pizzeria non c'era piu', schiacciato da migliaia di quintali dello stabile, lasciando sotto di esso 18 persone. Il paese dilaniato, l'ospedale troncato di netto in due, meta' polverizzato e meta' in piedi. Per anni una branda rimase appesa al settimo-ottavo piano. Correva voce che in periferia si era aperta una crepa tanto grande da inghiottire una cascina per poi richiudersi, animali compresi. L'Irpinia era una lacrima e un urlo di dolore unico. Ai miei la protezione civile sequestro' il tendone e tutto il contenuto per utilizzarlo come smistamento pacchi aiuto. Mesi dopo il signor Zamberletti diede a mia madre 18 milioni per rifondere i danni subiti, una miseria contro il valore delle attrezzature, teloni, sedie e quant'altro che nel frattempo erano state canibalizzate. I miei fratelli Mauro, Carlo e Antonello possono ringraziare di essere stati svegli ad uscire e mettrsi in salvo. Antonello cerco' per giorni di aiutare chi ne avesse bisogno, scovava gente intrappolata e morente tra le macerie. Uno strazio. Da ricordare sempre, come monito, come esempio e come mancanza di tempestivita' da parte di governo e responsabili, che ancora oggi devono sistemare diverse vittime di questa tragedia che vivono ancora in container.